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Sono anche io un miner! Ma quindi cosa sono?

Arduino.

Sono anche io un miner! Ma quindi cosa sono?

Molto spesso sentirete l’espressione “sono stati minati bitcoin. Cosa si intende per “minare”? Chi sono i “miners”?
I “miners” (minatori) sono coloro che “estraggono” bitcoin.
Non è ancora chiaro, mi rendo conto, quindi per semplificare attraverso le immagini, pensate al cartone animato della Disney, ai sette nani che cantano “andiamo, andiamo, andiamo a lavorar”.
I piccoletti per poter avere un loro “introito”, con pala e piccone in spalla, andavano ad estrarre minerali dai monti.
Ecco:
i nani sono gli attuali “miners”, pala e piccone, sono i computer che vengono utilizzati per risolvere il “problema matematico” crittografico, l’energia elettrica impiegata dai processori, corrisponde al lavoro fisico dei nostri simpatici nanetti per picconare e spalare.
Provando a riscrivere oggi potremmo trasformarlo così: inani(Miners) estraggono minerali(minano i bitcoin) utilizzando pala e piccone(con i computer che risolvono i problemi ).
Tutta questa attività di “estrazione” è legata al concetto di Proof of work”, una delle “magie” informatiche più interessanti, nata prevenire lo “spam” delle nostra posta elettronica.
L’idea di base è semplice ma incredibilmente efficace.
Partiamo dall’inizio, da Adam Back, un crittografo britannico e cyberpunk che nel 1997 cerca di studiare un modo per limitare lo spam delle mail o almeno di poterlo ridurre.
La soluzione era trovare il modo di rendere “evidente” al computer la differenza tra una email inviata da una persona e quella invece riproposta da uno “spammer”
Adam Back parte dall’osservazione dell’esperienza.
Quando una persona scrive una email ci sono due caratteristiche che la rendono distinguibile da un computer: la prima è il tempo necessario per scrivere un testo e la seconda è il quantitativo di lavoro della nostra CPU, il cervello.
Una mail spam è una semplice copia riproposta milioni di volte, non ha tempi di scrittura né di elaborazione, quindi, se si calcola il tempo tra invio e ricezione, questa evidenzierà una velocità “non umana”, è spam.
Adam Back crea attraverso questa sua esperienza, l’algoritmo di consenso Proof of Work.: il computer del mittente manda l’email con un“timbro”, una riga alfanumerica.
Il computer per crearla deve risolvere un problema, che occuperà un certo quantitativo di CPU ed un certo lasso di tempo.
Se l’email che arriva ha queste caratteristiche, ovvero il computer del mittente ha “lavorato” per creare questo “timbro” con un tempo minimo necessario per farlo, è evidente che non potrà essere un’email spam.
Per “lavoro del computer” si intende la risoluzione di un problema crittografico con lo standard SHI1.
Il tempo necessario per la risoluzione, blocca il computer per pochissimi millisecondi, ma sufficienti a scoraggiare lo spammer nella creazione milioni di email che a questo punto per essere inviate, dovrebbero prima risolvere tutti i problemi crittografici proposti con conseguente dispendio di risorse e tempo.
Questo principio rende l’oggetto “informatico” interessante per il principio economico, ovvero, se per ottenerlo o crearlo costa tanto, copiarlo o “corromperlo” è economicamente molto svantaggioso, divenendo un grande deterrente per l’eventuale hacker.

Nel protocollo Bitcoin il concetto di Proof of Work é importante perché il miner deve mettere potenza computazionale CPU, risorse e tempo per “minare” (risolvere il problema crittografico) e chiudere il blocco.
Per questa sua attività viene ricompensato in bitcoin dalla Coinbase.
Il problema crittografico diverrà sempre più complesso in relazione a quanti miners stanno concorrendo per risolverlo e non abbassare mai gli standard di sicurezza ma adattarla in base a quanti computer in quel momento stanno contemporaneamente “giocando” per farlo.
Qui vi propongo la foto di una mia piccola stazione di“estrazione mineraria” di Duino-Coin, un esperimento interessante dell’MIT diBoston che si può fare, come nel mio caso, acquistando schede e spendendo pochi euro.
Io ho usato ESP8266 che minano i Duino- Coin utilizzando proprio l’algoritmo SHI1.
Divertente, istruttivo ed economicamente cheap!

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